Alan Scuro – Episodio XXXIV – Io sono tua figlia! (Seconda parte)

Zoppicando fra le fiamme divampanti in capitelli di fuoco, l’uomo incappucciato, dalla pelle tramutatasi in oscurità, fu dunque riconosciuto da tutti i Secret, da Aiello e persino da Lira. Era Alan Scuro, ed era incazzato nero.

– Tod Secret, – minacciò l’ex pilota del Remo-Tob, – andatevene da qui o la Chimichanga dovrà assoldare un’altra risma di agenti con un nome da sole tre lettere. E sai bene quant’è difficile trovarne al giorno d’oggi. Toglietevi, o vi estinguerò!

– Alan Scuro, – disse Tod mentre un elicottero fu fatto precipitare contro una delle due antiche torri di Monsampietro Mollico, – noi Secret siamo disposti a morire, ad esempio quello che hai appena ucciso era Sam, il mio stagista… ed è appena morto per un motivo che va al di là dell’importanza di una singola vita. Il mondo intero si sta accorgendo delle cimici, i telegiornali non parlano d’altro per non parlare di internet! E sai bene cosa accade quando un non Predestinato senza l’addestramento di noi Secret viene a sapere la verità sui Nemici dell’Umanità. Pensa se il mondo intero sapesse. Tutto confluirebbe nel caos più assoluto, nell’anarchia, nella pazzia generalizzata. E per l’umanità non vi sarebbe più alcuna speranza!

– Non me ne frega un cazzo, – la voce di Alan Scuro era rotta e sibilante come quella di un vecchio fumatore, – andate via da questo posto. E, se proprio dovete, prendetevi lui.

Aiello uscì allora dalla casa. Lira faceva capolino da dietro di lui col solo neo del naso. Nel volto però non sembrava avesse paura, bensì consapevolezza, stupore.

– Alan Scuro, – gridò Aiello sfoderando la Spada di Occamo, – vuoi consegnarmi ai Secret?! Io voglio restare sulla Terra, voglio starle vicino.

Ma non ci fu nessuno stallo all’italiana. Probabilmente l’uomo incappucciato d’oscurità aveva travisato a chi Aiello si riferisse.

Alan Scuro, ricaricata l’arma, sparò un colpo alla massima potenza contro il predestinato americano, e contro Lira. Ma all’istante dalla spada di Aiello si singolarizzò un cubo antiproiettile verde e trasparente, che racchiudendo i due giovani fece rimbalzare il dardo d’energia contro un carrarmato. Cinque secret persero la vita arsi vivi fra urla lancinanti. Kim, Alì, Van, Les e Stu. Pace alla bruciante anima loro.

– Smettila, folle! – gridò Tod Secret mentre un secret in fiamme, Stu, gli sfrecciava davanti verso la morte. – Potremmo ammazzarti anche adesso, Scuro, tu non servi più alla Chimichanga Dam. Fra non molto dovrai passare il testimone. Povero Stu… aveva tre figli…

Alan volse lo sguardo verso Tod Secret, che impallidì. Gli occhi dell’ex pilota del Remo-Tob erano completamente neri come il volto e tutto in lui era imperlato d’odio come, la notte di stelle. A Tod, per il terrore, cadde il megafono sul piede. – Ahi!

– Alan Scuro, – disse Aiello, – consegnaci la chiave del Remo-Tob e tornatene in pensione.

– Perché non esci fuori da quel cubo di Numero Cim e non te la vieni a prendere?

– Alan, Lira sa chi sono Loro.

– Cos’altro sa?! – ringhiò Alan Scuro.

– Nulla.

– E cosi deve restare. Rientrate in casa, qui finisco io di ripulire. Morto un secret se ne fa un altro – disse Alan esplodendo un ennesimo colpo in aria, questa volta colpendo e facendo precipitare un povero UFO-pentola col suo pilota secret contro la seconda torre medievale di Monsampietro Mollico. – Riposa in pace, Rip… – singhiozzò Tod.

– Basta, Alan!

– Lira, non immischiarti – le disse Aiello facendole scudo col braccio, come a volerle dare la sensazione di starla ulteriormente proteggendo.

– Oh, tu a me non immischiarti non me lo dici! – gli rispose la ragazzina in felpa togliendosi da dietro di lui, per poi incamminarsi verso il furioso Alan Scuro.

– Lira, no!

La verde parete trasparente del cubo di Numero Cim le aderì al volto e all’intero corpo. Sembrava volesse costringerla a restare al sicuro, ma Lira la penetrò come se fosse solo una struttura di sapone particolarmente resistente, tipo quello per i piatti. Bolle verdi scoppiettarono tutt’intorno a Lira nella notte oscura. Lo scudo protettivo creato da Aiello si era infranto nel nulla. Lei, lo aveva infranto.

La ragazzina con la felpa verde camminava incontro allo oscuro Alan Scuro come giorno per giorno aveva affrontato la scuola, l’ospedale della madre e la solitudine, come se si sentisse certa di essere predestinata al peggio tanto da volerlo raggiungere il prima possibile, per non pensarci più. Incedeva, col passo deciso di chi non ha nulla da perdere. Alan Scuro, leggendo in lei uno sguardo che conosceva bene, ora incrociato e iracondo poco sotto la sua bocca di fuoco, abbassò l’arma tutta colorata.

– Lira, – disse Alan respirando affannosamente. – Io… Io…

– Io sono tua figlia! – lo anticipò lei sferrandogli uno schiaffone. (Reference Episodio I – Il robottone)

– Chi te lo ha detto?! – chiese furiosamente Scuro Alan puntando l’arma verso l’Americano. – Aiello Lightbeam, mi avevi detto che non sapeva altro. Sei un Predestinato morto, quindi, visto che hai studiato dalle suore, di’ le tue ultime preghiere!

Tuttavia Aiello, anziché pregare, fece brillare la Spada di Occamo. Ma titubò, fra lui e Alan Scuro c’era…

– No, Alan, – pianse Lira, – ci sono arrivata da sola. Era, era semplice da capire! E poi prima Tod Secret ha parlato al megafono di due Predestinati. Mi dispiace che ti abbiamo rovinato il tuo omaggio a Battaglie Stellari, ma era da tempo che lo avevo intuito. Perché eri venuto qui, proprio a Monsampietro Mollico, di tutti i posti che potevi scegliere? E perché il mio professore ha insistito così tanto per farmi fare l’alternanza scuola-lavoro da te, un ex pilota di robottoni pazzo? Quando gli dissi che non volevo più vederti si è messo a piangere e ha detto che la sua famiglia era in pericolo.

Alan Scuro si inginocchiò, come se pregasse: – Volevo salvarti dal tuo destino, volevo evitarti la predestinazione a combattere per gli altri restando relegata fuori dal mondo.

– Sono stata sempre relegata fuori dal mondo. Guarda dove vivo… e come. Almeno adesso sarò utile a qualcuno.

– Ma… Io volevo…

– Volevi solo passare del tempo con me. Sapevi che lo avrei scoperto, papà Scuro. Lo dice la parola… Predestinazione. Non è tipo se vuoi lo fai sennò no.

Alan Scuro si coprì il volto con la mano nera. In quel momento comprese che non era andato a Monsampietro Mollico per salvare la figlia dal proprio destino, ma per passare un ultimo periodo con lei prima che venisse inevitabilmente chiamata alle armi dalla Dam. La predestinazione non era qualcosa che si scegliesse né che si potesse evitare. perché senza anche solo un robottone dei sette, dopo qualche anno la Terra sarebbe stata spacciata, e prima ancora nessuno avrebbe più potuto sopportare l’olezzo dello scottex. In cuor suo, un cuore ora nero, Alan Scuro questo lo aveva sempre saputo.

– Partirò, papà Alan Scuro. – disse la ragazzina ponendo una mano bianca sul volto annerito del padre, – partirò per salvare la Terra, la mamma, te. Sempre meglio dell’alternanza scuola-lavoro.

In quel momento si levò un applauso da parte dei secret superstiti in tutto tutto Monsampietro Mollico. Anche le figure alle finestre applaudirono, ma lentamente e all’unisono. E persi in se stessi come ombre nella notte, sussurrarono: – Felicitazioni, Lira.

(Continua…)

L’Episodio XXXV di Alan Scuro –Armoniosa del Rodi-Tob – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 15-09-2023, alle ore 00:00.

Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi

(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)

Il racconto è finito, per ora. Grazie per il tuo tempo e, se ti va, condividilo!

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