Alan Scuro – Episodio XIV – Il numero Cim (Parte tre)

Mentre nel Cosmo di Nessuno Bobik vendicava il suo scimpanzé sotto lo sguardo impotente ma furibondo di Armoniosa, la figlia di Didamante giunta ai confini dell’universo col Remo-Tob di Alan Scuro, grazie al Richiamo Cim dell’astronave Matron, perché impossibilitata a pilotare altro dal Rodi-Tob di suo padre – attualmente rotto -, sulla Terra, o meglio sul divano, Aiello ancora si deve riprendere dalla sbronza triste.

Le cose per noi davvero importanti, spesso sono lontane da noi per nostra volontà, e dunque non ci interessano.

Alan Scuro nel mentre, continuava a ripetere a Lira la storia del fuggiasco Predestinato alla guida del Faro-Tob, snervato dal non riuscire al contempo a montare a regola d’arte il modellino del Remo-Tob in scala 1:144 a cui teneva tanto. Lo Scudo Rettangolare, premendolo nell’incavo dell’avambraccio di plastica, continuava a saltargli via in un tripudio di bestemmie.

Lira – apparte le bestemmie – ascoltava rapita e, fra una bolla di sapone e l’altra, ogni tanto con la penna faceva qualche correzione, limando lo scurrile linguaggio del suo narratore di cinquant’anni, dai capelli tinti. E con la pancia.

Dagli appunti di Lira su Aiello Lightbeam

La scuola era già iniziata da qualche settimana e mentre il sole irraggiava a fatica i mattoni rossi dell’orfanotrofio Lightbeam di Boston, Aiello stava baciando la sua nuova ragazza in divisa, tenendola stretta sui fianchi stretti, frapponendola tra sé e un muro del vicolo interposto tra la mensa e i dormitori.

Erano da soli nella semi oscurità data dalla vicinanza fra i due alti caseggiati, uniti in un bacio che sapeva ripetersi forte e dolce, come il ritornello di una bella canzone d’amore. Tuttavia non erano da soli soli. Dal parco con l’altalena, e in generale da ogni ala dei dormitori sopra di loro, provenivano infatti le squillanti voci degli orfani più piccoli, in festa per la fine delle lezioni mattutine.

– Dovremmo andare a pranzo, Aiello. Non hai fame?

– Semplicemente, non ho altra fame che di noi.

A quelle parole Aiello aumentò la pressione verso la ragazza in divisa, si aprirono i petali e nonostante l’autunno imperversasse, fu la loro primavera. Senza fronzoli né complicazioni, l’amore semplice di due ragazzi, quello che può durare un giorno come due vite.

Tuttavia non durò che qualche sortita carezza sotto la gonna, perché la presa a pinza di suor Mary Firecross all’orecchio del ragazzo lo strattonò via con sé, così che i petali rosa lasciarono il posto alle sole foglie secche.

La suora, che per tutto il dopo lezione li aveva pedinati e solo per un attimo li aveva persi di vista, li stava cercando da un’ora, sgranando il rosario in cerca di un segno, e avendoli notati con la coda dell’occhio, nascosti in quel vicolo come va nascosta un’opera d’arte dalle bombe, aveva raggiunto i due amanti mimetizzandosi con l’oscurità dello stretto passaggio, forte della sua tonaca nera di ondeggiante turbamento.

– Aiello questa volta Christine, la settimana scorsa Rachel e quella prima la povera Savannah. Quando te la smetterai di intortare le tue sorelle?! – ammonì la suora trascinandolo per l’orecchio verso il giardino con l’altalena, mentre Christine correva via dalla parte opposta.

– Non sono mie sorelle, io non ho una famiglia, semplice!

– L’orfanotrofio Lightbeam considera tutti gli ospiti come suoi figli,

– Ho già accettato il tuo dio – si lamentò Aiello, – come ente che considera tutti come suoi figli ma non c’è mai, riducendoli a orfani. Non ne voglio un altro. L’orfanotrofio Lightbeam non sarà mai la mia famiglia! Semplice! Ahia!

Vedendo quella scena, che ormai si ripeteva settimanalmente, i ragazzi più grandi dell’orfanotrofio presero a tifare per Aiello: – Forza, Aiello! – Lo hai trovato l’Ente questa volta?! – C’era in Christine? – Vedi di non cercarlo in suor Mary Firecross, o saranno guai seri!

La religiosa, rossa in viso, trascinò Aiello verso l’ufficio del direttore, posto all’ultimo piano dei dormitori. Cinque dolorosissime rampe di scale, furono per Aiello l’ennesima penitenza.

– Adesso farai i conti col monsignor Scammort, vedrai, ti farà pentire di tutti i tuoi peccati.

– Se non sbaglio – disse Aiello con la voce rotta dall’ira, – questo è il terzo orfanotrofio dove il monsignor Scammort viene trasferito. Controllagli il computer! Dovresti giudicare i suoi, di peccati! Io stavo solo amando la mia Christine! Ahia!

Ma proprio quando i due si trovarono davanti all’ufficio del direttore Scammort, in fondo al lungo corridoio pieno di immagini sacre colpite dalla luce di finestroni squadrati e consecutivi, il direttore Scammort uscì in fretta e furia con una valigetta in mano. Sembrava inseguito, ma la suora non parve accorgersene.

– Monsignor Scammort, – riverì suor Mary Firecross, – Aiello…

– Ah no, no, no, – la interruppe il religioso col tricorno rosso in testa, e con un lungo soprabito nero da viaggio sopra la veste canonica, – suor Mary Firecross, proprio non ho tempo di occuparmi di Aiello oggi, ho un impegno nel pomeriggio col vescovo di Boston, forse vuole trasferirmi ancora… Quindi questa volta se ne occupi lei di Aiello e delle sue perversioni. Questo moccioso… Più volte in un mese che sto qui, ogni volta che l’hai portato nel mio ufficio, poi alla sera l’ho trovato a ficcare il naso nei miei affari! Ah, Aiello, sappi che ho cambiato la password e non è più “password”!

– Lo so…

– Ma monsignore, vede, lui…

– Niente monsignor e monsignor, io devo andare, ho il volo fra nemmeno un’ora.

– Ma non doveva vedersi col vescovo di Boston?! – chiese Aiello. – Sta a venti minuti!

– Addio.

– Muori, Scammort… – bisbigliò Aiello.

La suora, stremata dall’aver strattonato quel peccaminoso fagotto su per le scale, e il fagotto, col lobo dell’orecchio pulsante dello stesso colore del tricorno del religioso che se ne stava andando, rimasero soli, come abbandonati da Dio e dall’Ente, davanti all’ufficio del rettore, illuminato dallo schermo ancora acceso del computer.

)Continua…)

L’Episodio XV di Alan Scuro – Il numero Cim (Ultima parte) – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 28-04-2023, alle ore 00:00.

Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi

(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)

Suor Mary Firecross mini

Il racconto è finito, per ora. Grazie per il tuo tempo e, se ti va, condividilo!

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