Semplice, considerata la mia predisposizione a semplificare complessità, dopo la matematica non potevo fare altro che darmi alle donne. – Aiello Lightbeam
Dagli appunti di Lira su Aiello Lightbeam
Suor Mary Firecross questa volta sembrava avere tutta l’intenzione di punire lei Aiello a posto del monsignor Scammort, e con un terzo richiamo ufficiale anziché con le solite preghiere da fargli recitare a pappardella nella cappelletta dell’istituto.
La donna si sedette allora al posto del monsignore, frapponendosi fra la luce del computer, rimasto acceso al religioso per la foga, e un enorme crocefisso scuro, che le campeggiava dietro come un’ombra minacciosa perché non sua.
Aiello si chiedeva cosa avesse Gesù contro il proprio cambiare continuamente ragazza in divisa, ma la soluzione più semplice che gli venne in mente, fu che Gesù, a differenza di Scammort, una ragazza in divisa non l’aveva mai avuta. Quindi semplicemente era geloso.
La suora era illuminata dallo schermo del monsignor Scammort, intenta a scrivere la nota che, sommata alle due delle settimane precedenti, avrebbe comportato il trasferimento di Aiello in un altro orfanotrofio Lightbeam chissà dove.
Non voleva farlo, la sua intenzione era piuttosto quella di spaventare Aiello con la minaccia del trasferimento. Ma guardandolo di sfuggita con gli occhi redarguenti e amorevoli di una madre, suor Mary Firecross si rese conto che al ragazzo, che intanto osservava fuori dalla finestra i suoi compagni giocherellare, non importava nulla del proprio destino.
Perché lui sospettava qualcosa che nessun altro sapeva, sull’universo e su ciò che lo muoveva e lo spingeva a ingrandirsi nell’oscurità. E per quanto a quella sua convinzione Aiello preferisse ormai rubacchiare baci alle ragazze in divisa, ancora la sentiva prorompere in lui e scandirgli i pensieri, parole, opere e omissioni.
– Aiello, guarda che la scrivo…
– Scrivila pure, in qualunque altra “famiglia” verrò destinato resterò comunque solo, come lei, come chiunque. Semplice!
– …
– Suor Mary Firecross?! Cos’ha? Non volevo…
In fondo Aiello a quella donna di chiesa voleva bene come a una madre. Perché come una madre lo aveva aiutato, fin dal suo arrivo, in tutte quelle piccole cose di cui necessiti un ragazzo che stia diventando uomo.
Gli aveva stirato i vestiti, gli aveva comprato il primo rasoio, lo aveva convinto a lavarsi più spesso, e lo aveva consolato nei momenti difficili di cui lui non le parlava mai, ma che lei percepiva da uno sguardo dato al selciato, da una parola lasciata a metà o da una lacrima asciugata fingendo di soffiarsi il naso.
Ma la suora non non era stata turbata dalle sue parole, né queste avevano istillato in lei il dubbio che Aiello stesse in qualche modo male. In verità non le aveva proprio sentite, perché era troppo occupata a smanettare come un’invasata con la tastiera, tanto che Aiello intuì subito il semplice problema che l’affliggeva e, pensandoci prima una un attimo su, le rivelò la nuova password del direttore.
– Scammorthegreat48, – le disse il ragazzo, rapito da una scena notata in giardino.
– No, Aiello, la password la so. Aspetta, ma tu come fai a… Lascia stare. Oh Santa Vergine e Madre!
– Amen – rispose il ragazzo per rassegnata abitudine, ma con un velo di sarcasmo. – Non dirmi che hai guardato nella cartella “Salmi privati” di Scammort…
– No, ma è una mail, arrivata al monsignor Scammort…
– Ah, pensavo avesse aperto la cartella Salmi privati. Si fidi di me, la soluzione migliore è non aprirla, tanto restiamo impotenti. Scammort fa parte dell’organizzazione più potente al mondo, la Chiesa, e ha i favori del vescovo. Piuttosto. Che dice la mail?
– Nulla, ma al mondo esiste un’organizzazione molto più potente della Chiesa… Tranquillo comunque, tu resterai qui, ho cambiato idea. Niente nota.
– Di che organizzazione stai blaterando? Poi, suor Mary Firecross, chi è quello strano signore che sta mangiando il gelato davanti al furgoncino dello Zio Elvis? – mentre diceva questo, Aiello vide passare frettolosamente il monsignor Scammort di fianco all’uomo col gelato, il quale, nella calca di orfanelli, fece una foto al monsignore e poi alla targa dell’auto blu in cui il religioso stava salendo. – Aspetta, ma quello stronzo io lo conosco! – esclamò poi Aiello precipitandosi subito via dalla stanza e poi giù per la tromba delle scale, ripetendosi: – Non può essere il rettore del MIT… Quel cappotto, i baffi sporchi di crema! Ma sì, è semplicemente lui! Che diavolo vuole da me?!
– Gesù! – esclamò invece suor Mary Firecross, poggiando la fronte sulla tastiera in preda allo stesso sconforto dell’ombra che aveva alle spalle. – È già ottobre… Questa mail… Dev’essere tornato. E questa volta è per sempre!
Poi la suora si alzò e andò alla finestra per verificare i suoi già certificati presentimenti, col velo ondeggiante preoccupazione. L’ometto indossava un cappotto di cammello e aveva i baffi sporchi di crema, che si leccava nel trafficare col telefono.
Anche lei, lo conosceva. Ed era ben altro che il semplice rettore del MIT.
(Continua…)
L’Episodio XVI di Alan Scuro – L’incrocio di tre vite – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 05-05-2023, alle ore 00:00.
Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi
(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)
