Alan Scuro – Episodio XV – Il numero Cim (Ultima parte)

(Nell’episodio precedente, la suora che più di tutte sembrava prendersi cura di Aiello lo ha tradito, e portato per l’orecchio dal monsignor Scammort a fargli dare una bella strigliata. Tuttavia il religioso sembrava di fretta…)

“Considerata la mia predisposizione a semplificare complessità, dopo aver risolto l’irrisolvibile della matematica non potevo fare altro che studiare le donne. Semplice.” – Aiello Lightbeam

Dagli appunti di Lira su Aiello Lightbeam

Suor Mary Firecross questa volta sembrava avere tutta l’intenzione di punire lei Aiello al posto del monsignor Scammort. E con un terzo richiamo ufficiale, anziché con le solite preghiere da fargli recitare a pappardella nella cappelletta dell’istituto.

La donna si sedette allora al posto del monsignore, frapponendosi tra la luce del computer, rimasto acceso al religioso per la foga, e un enorme crocefisso scuro, che le troneggiava dietro come un’ombra minacciosa e osservatrice.

Aiello si chiedeva cosa avesse Gesù contro il proprio cambiare continuamente ragazza in divisa, ma la soluzione più semplice che gli venne in mente, fu che Gesù, a differenza sua e di Scammort, una ragazza in divisa non l’avesse mai avuta. Dunque era geloso.

La suora era illuminata dallo schermo del monsignor Scammort, intenta a scrivere la nota che, sommata alle due delle settimane precedenti, avrebbe comportato il trasferimento di Aiello in un altro orfanotrofio Lightbeam, locato chissà dove e in quale continente.

Non voleva farlo, la sua intenzione era piuttosto quella di spaventare Aiello con la minaccia del trasferimento. Eppure osservandolo di sfuggita con gli stessi occhi redarguenti e amorevoli di una madre, suor Mary Firecross si rese conto che al ragazzo, intento a bramare fuori dalla finestra la libertà dei suoi compagni liberti, non importava nulla del proprio destino. Una punizione assume senso pedagogico solo se il punito non sta già scontando una pena più grande dentro di sé.

Perché lui sapeva qualcosa che nessun altro conosceva, sull’universo e su ciò che lo muoveva e lo spingeva a ingrandirsi nell’oscurità. E per quanto a validare quella sua convinzione Aiello preferisse ormai rubacchiare baci alle ragazze in divisa, ancora la sentiva agitarsi dentro di sé, e scandirgli i pensieri, le parole, le opere e le omissioni.

– Aiello, guarda che la scrivo.

– Scrivila pure, in qualunque altra “famiglia” verrò destinato resterò comunque solo, come lei, come chiunque. Al leone non importa nulla di quale sia lo zoo dove lo ingabbiano. Semplice.

– …

– Suor Mary Firecross?! Cos’ha? Non volevo…

In fondo Aiello a quella donna di chiesa voleva bene come a una madre. Perché come una madre lo aveva aiutato fin dal suo primissimo arrivo, nelle grandi cose dell’istruzione e in tutte quelle piccole cose di cui necessiti un ragazzo che stesse facendosi uomo.

Gli aveva stirato i vestiti, gli aveva comprato il primo rasoio, lo aveva convinto a lavarsi più spesso e lo aveva consolato nei momenti difficili di cui lui non le parlava mai, ma che lei percepiva lo stesso. Da uno sguardo dato al selciato, da una parola lasciata a metà o da una lacrima asciugata fingendo di soffiarsi il naso lievemente dantesco.

Madre Mary Firecross non non era stata turbata dalla sua metafora sul leone in gabbia, né le parole del ragazzo avevano istillato in lei il dubbio che Aiello stesse in qualche modo interiormente male. In verità non le aveva proprio ascoltate, se non con la superficialità dell’udito, perché era troppo occupata a smanettare come un’ossessa sulla tastiera parole, simbolismi e date che associava a Scammort. Aiello intuì subito il semplice problema che l’affliggeva e, se non altro pensandoci prima un attimo su, le rivelò la nuova password del monsignore che la suora, con la lingua premente il labbro superiore, era così intenta a cercare.

– Scammorthegreat48, – le disse il ragazzo, rapito da una scena notata in giardino.

– No, Aiello, la password la so. Aspetta, ma tu come fai a… Lascia stare. Oh Santa Vergine e Madre!

– Amen – rispose il ragazzo per rassegnata abitudine. – Non dirmi che hai guardato nella cartella “Salmi privati” di Scammort…

– No, ma ho letto una email privata, arrivata alla casella del monsignore. Ho commesso un peccato!

– Ce ne sono di peggiori, suor Mary. Tutti impuniti, perché nemmeno l’inferno li vuole dato che chi li commette si professa beato. Stia tranquilla.

– Cosa c’è in quella cartella di cui parlavi, Aiello? Dove la trovo?

– Si fidi di me, la soluzione migliore è non aprirla, tanto restiamo impotenti. Scammort fa parte dell’organizzazione più potente al mondo, la Chiesa, e ha i favori del vescovo. Piuttosto. Che dice la mail? Non l’avevo mai vista così turbata.

– Nulla che ti riguarda, ma fidati tu di me. Al mondo esiste un’organizzazione molto più potente della Chiesa… Tranquillo comunque, tu resterai qui, ho cambiato idea. Niente nota.

– Di che organizzazione parla? Un attimo, suor Mary Firecross, chi è quello strano signore che sta mangiando il gelato al furgoncino dello Zio Elvis? – mentre diceva questo, Aiello vide passare frettolosamente il monsignor Scammort di fianco all’uomo col gelato, il quale, nella calca di orfanelli, fece una foto al monsignore e poi alla targa dell’auto blu in cui il religioso stava salendo. – Aspetta, ma quello stronzo io lo conosco! – esclamò poi Aiello precipitandosi subito via dall’ufficio, e poi via giù per la tromba delle scale. Correndo si disse: – Non può essere il rettore del MIT… Quel cappotto, i baffi sporchi di dolce… Ma sì, è semplicemente lui! Che diavolo vorrà da me?!

– Gesù! – esclamò invece suor Mary Firecross, poggiando la fronte sulla tastiera in preda allo stesso sconforto dell’ombra che aveva alle spalle. – È già ottobre… Questa mail… Dev’essere tornato. E questa volta è per sempre!

Poi la suora si alzò e andò alla finestra per verificare i suoi già certificati presentimenti. Il velo monacale ondeggiò di preoccupazione. L’ometto che vide indossava un cappotto di cammello e aveva i baffi sporchi di crema, che si leccava come un gatto, nel trafficare col telefono mentre l’auto dai vetri oscurati di Scammort lasciava l’orfanotrofio.

Anche suor Mary firecross lo riconobbe. Ma per lei quell’ometto era ben altro che il semplice rettore del MIT. Era suo marito.

(Continua…)

L’Episodio XVI di Alan Scuro – L’incrocio di tre vite – verrà pubblicato, sempre qui, il giorno 05-05-2023, alle ore 00:00.

Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi

(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)

Il racconto è finito, per ora. Grazie per il tuo tempo e, se ti va, condividilo!

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