Alan Scuro – Episodio XLVI – Quei due 1

(Nell’episodio precedente i prestabiliti Neron Quesar e Calvin Bias se la stavano vedendo proprio male. Nugoli di cimici avevano fatto irruzione dagli arti mutilati dei loro robottoni, fino ai penetrali più reconditi delle loro ormai sature cabine di pilotaggio. Inoltre anche il Muraglia-Tob a loro supporto non poteva più fare nulla per salvarli… Visto che stanno per lasciarci potrei omettere questo racconto sulle loro origini, ma ve lo scrivo lo stesso. Giusto per completezza…)

Calvin Bias, ben oltre l’orlo di una crisi di panico e con le cimici che ad ogni parola gli entravano in bocca, aveva urlato all’interfono del suo disastrato robottone Zeus-Tob: – Io non sono in alcun modo uno di voi. Pf. Pf. Io sono solo un contabile!

Era proprio vero, quell’uomo sulla quarantina, qualche anno prima, stava cercando di passare oltre i tornelli della metro per raggiungere la fabbrica di assorbenti dove lavorava come contabile. Ma il biglietto proprio non funzionava.

Quello che negli anni aveva selezionato come suo tornello preferito, in quella strana mattina d’ottobre, fuori grigia ma senza pioggia, stava tradendo la sua fiducia per la primissima volta. Infatti ogni volta che Calvin inseriva l’abbonamento nell’apposita fessura, anziché apparirgli sul display la freccia verde di via, gli appariva invece uno strano simbolo, una sorta di alieno monoculare in procinto di essere colpito da quattro missili.

– Ma tu guarda, ieri i nuovi assorbenti per uomo, oggi questo. Dove andremo a finire. Ora vado dal bigliettaio Fritz e mi sente, mica che posso fare tardi!

Ma l’uomo della metro non era il solito Fritz, e nemmeno rispondeva alle lamentele del neo ritardatario Calvin. Immerso in se stesso, sembrava imbambolato a fissare qualcosa sulla calvizie francescana del sempre più nervoso contabile.

– Dico a lei! Ma tu guarda, già ubriaco a quest’ora. Ehi! Dov’è Fritz?! Ora parlo con la sicurezza e la faccio licenziare, bigliettaio da strapazzo! Ma tu pensa, ma tu guarda! Eccoli, sicurezza!

Calvin aveva notato avvicinarsi due energumeni con un vestito verde acido, i due omoni stavano andando verso di lui a passo sincronizzato. Senza ragionarci troppo, l’indispettito Calvin li aveva scambiati per il servizio d’ordine della metropolitana Alexanderplatz – Hönov di Berlino. Solitamente gli agenti preposti al servizio sotterraneo indossavano una divisa ben diversa, arancione a bande grigie, tuttavia Calvin andò lo stesso incontro ai due. Sventolando severamente come chi è nel giusto il proprio fido biglietto, stava per dimostrare la più crudele ingiustizia mai compiuta verso un contabile.

Il volto serio di quei due agenti, i loro mascelloni squadrati, gli occhiali da sole e gli auricolari tipici di chi a passo celere è lì per proteggere. Tutto in loro stava dando a Calvin un senso di sicurezza incommensurabile, soprattutto ora che il contabile si stava accorgendo della paranormale folla che da un momento all’altro lo circondava. Ogni persona, tranne Calvin e i due agenti, aveva infatti bruscamente rallentato il passo fino a fermarsi, estraniata in se stessa e con l’identico sguardo perso nel vuoto del bigliettaio.

Calvin, non chiedetemi perché, subito pensò a un attacco batteriologico turco, e accelerò il passo intascandosi il biglietto, giusto per sicurezza: – Mamma, li turchi! Agenti, vi prego, portatemi in salvo!

– Buongiorno, signor Calvin, le dispiace seguirci? L’UFO-Pentola prioritario la aspetta per l’Artide. Non si preoccupi, le spiegheremo tutto in volo.

– UFO cosa? Per dove? Guardi che io devo andare a lavoro! E poi come fate a sapere il mio nome? … Aspetta un secondo, agente… lei non me la racconta giusta. Lei non è un agente della metropolitana, vero?

– Aspetta, Dri… – intervenne l’altro energumeno, dopo aver palesemente messo la mano sull’auricolare per ascoltare meglio un qualche suggerimento. – Signor Calvin, mi presento, sono Zwi Secret e lei è su Chimichanga Pranks Show! Un nuovo… – anche se Calvin non ci faceva caso, era palese che ora il secondo 007 stesse parlando sotto dettatura. – Come dicevo, Chimichanga Pranks Show! Il nostro è un nuovo gioco televisivo e lei ha vinto un assegno da un milione di euro! Guarda lassù, vedi la telecamera?! Saluti a casa!

– Ciao, mamma, tranquilla non erano i turchi! – urlò Calvin alla telecamera di sorveglianza che vedeva ogni giorno. – Comunque non voglio partecipare al gioco, mandate via tutti questi attori e lasciatemi andare a lavoro.

– Senta, Calvin, – disse il primo 007 in tono serioso, – lei non sa quanta fretta ha la Terra… le cimici stanno…

– Dri, – lo zittì nuovamente l’agente Zwi, – lascia fare a me. Signor Calvin, lei non deve partecipare a nessun gioco. Siccome ci ha smascherati, ha già vinto! Non dovrà più andare a lavorare! Si rende conto? Da oggi, è milionario!

– Certo che mi rendo conto, sono un contabile, comunque non voglio niente, fate ripartire la metropolitana e tutti questi attori imbambolati.

– Ma signor Calvin, parliamo di tantissimi soldi…

– Non li voglio, poi ci devo pagare le tasse, mi arrivano dopo un anno e devo pure fare una figuraccia in televisione. Inoltre, cari i miei signori Zwi e Dri, io sono il contabile di un’importantissima azienda di dighe contenitive per la salvaguardia idrica di ambienti umani, non posso proprio fare tardi a lavoro. Quindi, sbloccatemi subito il tornello. Ho già perso il mio solito treno, e ora, per ogni minuto di ritardo, dovrò dire “Il frizzante pescatore Fritz ha pescato un pesce fritto” prima di poter prendere il prossimo, che fra le altre cose passa fra dieci minuti e trentasette secondi, trentasei, quindi tenetevi i vostri soldi e sparite!

La verità era che Calvin aveva degli orari, delle abitudini e delle fisse talmente tanto scandite nella sua mente, che se solo mai le avesse confessate a qualcuno lo avrebbero internato. Certo, un milione di euro avrebbero permesso a Calvin di licenziarsi, ma non era nulla se poi ogni minuto della sua vita da milionario libero doveva ripetersi di continuo la frase “Il frizzante pescatore Fritz ha pescato un pesce fritto”.

– Ora lo ammazzo…

– Fermo, Dri! Va bene, signor Calvin, può andare.

– Ma Zwi!

– Tranquillo, Dri. Ho tutto sotto controllo, sono in contatto diretto con One Secret. E poi è stato prestabilito che venga non noi, e sai bene che non si può scegliere di non essere un eroe, se quel matto a capo della Chimichanga Dam stabilisce che tu lo sia.

(Continua…)

L’Episodio XLVII di Alan Scuro – Quei due 2 – verrà pubblicato, sempre qui, non appena lo avrò scritto. Perché è festa e non voglio alcuna costrizione. Auguri!

Grazie per il vostro tempo. L’autore, Francesco Maurizi

(La storia, i luoghi e i personaggi di questo e di tutti gli altri racconti presenti in questo sito, sono frutto della fantasia dell’autore degli stessi, Francesco Maurizi, e come tali, sono protetti dal diritto d’autore.)

un uomo di trentanni astronauta ha una calviz 1
Calvin

Il racconto è finito, per ora. Grazie per il tuo tempo e, se ti va, condividilo!

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